SONAR-INFO-p224
CLASSIFICAZIONE DEL BERSAGLIO DALL'ECO RICEVUTO DAL SONAR 1)Sulla classificazione: questione generale 2)Sulla risoluzione della sagoma del bersaglio 3)Sulla riduzione della portata al ridursi della durata dell'impulso 4)Il disturbo dovuto alla riverberazione
In un sistema sonar attivo il trasduttore invia in mare un impulso di energia
acustica Pw per ottenerne l'eco di scoperta di un eventuale bersaglio.
Se l'impulso è di breve durata e la direzione di emissione forma con l'asse del bersaglio un angolo
alfa non troppo piccolo (alfa è detto l'angolo d'aspetto ); si veda figura 01: l'impulso
illuminerà progressivamente tutta la superficie del bersaglio.
L'impulso illumina il bersaglio, coprendo in sequenza gli intervalli A-A'; B-B'; C-C'; D-D'
istante dopo istante, secondo tutta la sua lunghezza
come mostra la figura 1:
Questa illuminazione progressiva porta ad una sequenza di echi che si differenziano
in durata ed in ampiezza in base alle dimensioni delle parti del bersaglio che li generano così come
mostra la figura 2:
Le figure mostrano che quando l'inizio dell'impulso tocca la prua del bersaglio (punto A) l'energia inizia a
riflettersi, energia andrà calando quando la fine dell'impulso transiterà sul (punto A').
Quando l'inizio dell'impulso incontra il (punto B) l'ampiezza dell'energia riflessa ritorna a salire
per poi successivamente decrescere al passaggio dell'impulso sul ( punto B').
In modo analogo le riflessioni per gli intervalli (C-C') e (D-D').
La parte eccedente al punto D' può ritenersi effetto del rumore ambiente (dovuto al solo rumore del mare).
Le caratteristiche di questa particolare sequenza delle eco possono essere utili per la classificazione
del tipo di bersaglio.
Vista la geometria delle figure s'intuisce che tanto più breve è la durata dell'impulso
tanto più precisa sarà la sagomatura di figura 2 e di conseguenza più aderenti al vero le informazioni
sulle caratteristiche geometriche del bersaglio.
La lunghezza della traccia di figura 2 è funzione sia della lunghezza del bersaglio, sia
dall'angolo d'aspetto alfa; l'ampiezza della traccia è invece funzione della forza del bersaglio (TS).
La riduzione della durata dell'impulso d'emissione è a favore, oltre che per l'analisi del profilo del bersaglio,
ad una riduzione della riverberazione; impulsi corti, però, irradiano meno energia riducendo la portata
di scoperta del sonar.
Abbiamo già accennato che migliore risoluzione della sagoma del bersaglio si ha per impulsi
molto corti; per avere un'idea della durata di questi impulsi prendiamo in esame il grafico di
figura 3 che mostra il profilo dovuto alle successioni delle eco di un bersaglio della lunghezza
di 150 m:
se nel profilo di figura 3 si volesse apprezzare la durata dello scalino più corto, indicato in rosso
in circa 15 m, dovremmo stabilire la lunghezza Pw dell'impulso in :
Pw = 15 m / 1530 m/Sec = 10 mSec. o, se possibile, inferiore.
Nell'analisi della questione relativa alla classificazione di un bersaglio in dipendenza del
suo profilo abbiamo accennato al fatto che ad una riduzione della durata Pw dell'impulso si associa
una riduzione della portata di scoperta; un'idea della variazione della portata R in dipendenza
della durata Pw si ottiene utilizzando il SONARMATH di pagina 6 dal quale, per la seguente serie
di valori di Pw:
Pw1 = 5 mSec.--Pw2 = 10 mSec.--Pw3 = 30 mSec.
Pw4 = 70 mSec.--Pw5 = 120 mSec.--Pw6 = 250 mSec.
e con le seguenti impostazioni delle variabili di calcolo:
propagazione = sferica
f= 9000 Hz
BW = 300 Hz
SL = 230 dB/μPa/Hz
NL = 45 dB/μPa/Hz
DI = 24 dB
TS = 15 dB
d = 10
TS = 15 dB
si ottiene il diagramma di figura 4:
Come si vede, tra Pw1 e Pw6, si ha una variazione di portata di circa 3 Km, valore che, per
il tipo di calcolo sviluppato dal SONARMATH, non tiene conto dell'effetto del disturbo
generato dalla riverberazione.
*Premessa al paragrafo 4)*
-La figura 6 ha in ordinate il livello di pressione acustica espresso in dB/μBar/Hz invece
che l'usuale dB/μPa/Hz
-L'entità del livello di pressione indicato in ordinate, non essendo noto il valore di TX ( SL ), è
indicativo soltanto delle differenze dei vari livelli indicati dalle 6 curve.
Come visto in precedenza l'impiego di un impulso corto per la risoluzione del profilo del bersaglio
rappresenta la conclusione del problema; tale conclusione però non considera il disturbo dovuto alla
riverberazione ma soltanto il rumore del mare.
La riverberazione dopo l'emissione dell'impulso, della quale abbiamo già trattato in p86; p88; p90,
genera disturbo, sia in dipendenza della durata di Pw, sia dalla distanza tra sonar e bersaglio, sia
dalla profondità operativa del sonar.
Presi in esame una serie di valori di Pw quali:
Pw1 = 5 mSec.--Pw2 = 10 mSec.--Pw3 = 30 mSec.
Pw4 = 70 mSec.--Pw5 = 120 mSec.--Pw6 = 250 mSec.
e considerando le condizioni di misura:
-distanza dal generatore = 1 Km
-profondità sonar 300 m.
-potenza d'emissione costante
-banda di ricezione = 300 Hz
con i valori rilevati compiliamo una tabella che mostra la variazione del livello di
riverberazione globale in funzione della durata di Pw.
Pw in mSec.
Livello in dB
5
8
10
10
30
14
70
20
120
24
250
26
Questi valori si attenuano, con il crescere della distanza, così come mostra il
diagramma di figura 6:
Come si vede l'effetto della riverberazione è a favore dell'impiego dell'impulso
corto anche se la condizione si capovolge secondo quanto indicato al paragrafo precedente.
Nel diagramma è riportata una riga orizzontale rossa indicativa del livello del rumore del mare
per SS = 2, misurato, come la riverberazione, in banda 300 Hz; questo ad indicare, in questo caso,
che la riverberazione è superiore al rumore del mare per SS = 2.